lunedì 8 luglio 2013

#2. L'Osservanza

Capitava spesso - e molto volentieri - che per le feste andassimo tutti a cena dai nonni, dove la maggior parte delle volte ci attendeva una tavolata con ogni ben di Dio.

Soprattutto quando eravamo in procinto di mangiare abbacchio, pollo, bistecche o qualsiasi altro tipo di povero macellato animale, mio nonno prendeva la parola e ci teneva ogni volta a ribadire che da bambino era stato molto osservante: non solo non mangiava carne il venerdì - come Cristo comanda - ma anche durante il resto della settimana.

Quand'ero piccolo ascoltavo con molta attenzione e ammirazione questa storia, immaginando chissà quanta devozione e fede da parte di mio nonno e della sua famiglia.

"Eravamo molto osservanti. Non mangiavamo mai carne" ripeteva.

Crescendo feci chiarezza sulla questione.

Mio nonno e la sua famiglia in quel periodo - parliamo degli anni Trenta del Novecento - abitavano in un palazzo molto vecchio il cui piano terra era occupato da una grande macelleria che aveva la vetrina proprio in prossimità del portone.

Ogni volta che mio nonno e i suoi genitori tornavano a casa rimanevano quindi  quasi immobili ad ammirare cotanti capolavori bovini, suini e di selvaggina: non potendoseli permettere se ne deliziavano solo visivamente, aumentando ogni volta le loro fantasie gastronomiche.

L'"osservanza" quindi - a questo punto dettata piuttosto dal portafoglio che dalla fede - era l'unica via possibile per non sprofondare nella grande depressione di quegli anni.



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